Come combattere i rincari delle bollette?

Come combattere i rincari delle bollette?

Come combattere i rincari delle bollette?

L’immagine qui sotto (Fonte: IlSecoloXIX, che riprende i dati dell’AIGET, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader) riassume in maniera brutale quanto in questo periodo è chiaro ed evidente a tutti: in qualunque settore si operi, o semplicemente si viva, nel giro di 1 anno i costi in bolletta sono aumentati in maniera vertiginosa.



Si va da un minimo del 30% per arrivare a punte del 105% (oltre il doppio anno su anno!) con una media di oltre il 50%.

A livello politico si susseguono le iniziative per spingere il Governo ad adottare meccanismi di protezione in modo da non far collassare famiglie e imprese, ed è inutile dire che nel breve periodo sono soluzioni che devono essere valutate per superare il momento di emergenza, ma il problema vero è che si sta spostando il problema dalle cause principali:

  1. L’Italia continua a dipendere dal gas naturale, anche per la generazione elettrica – da soli non siamo in grado di soddisfare il nostro fabbisogno, ma dipendiamo dai grandi produttori stranieri
  2. Nonostante gli obiettivi definiti dagli accordi di Parigi, prima, e dal COP26 di Glasgow, a fine Novembre 2021, dove tutti i membri dell’Unione Europea erano concordi sull’esigenza di limitare a 1.5° C l’aumento della temperatura media globale a fine secolo rispetto ai livelli pre-industriali, riducendo l’uso del carbone e degli altri combustibili fossili, a livello nazionale continuano ad esserci ostacoli quotidiani allo sviluppo di progetti basati su fonti pulite
  3. L’efficientamento energetico e la riduzione dei consumi, invece di essere considerati come strutturali per qualunque entità o organizzazione che consuma energia nel suo quotidiano, sono visti, quando va bene, come una bella opportunità da approfondire quando se ne avranno il tempo e le possibilità, o come mera operazione di green marketing per i grandi gruppi multinazionali, o come una perdita di tempo e una de-focalizzazione dal proprio business quotidiano, in tutti gli altri casi.

Da operatori che lavorano da oltre 15 anni nel settore, continuiamo però a credere che basti poco per invertire la tendenza.


L’efficientamento energetico 

Oggi le soluzioni tecnologiche e l’esperienza sul campo permettono di lavorare sull’ottimizzazione dei consumi di qualunque categoria di cliente.

L’ecobonus, nonostante tutte le complessità burocratiche di cui parliamo in un articolo separato, ha portato all’attenzione di tutti come sia possibile migliorare il comfort ambientale tramite la posa di un cappotto termico all’involucro opaco della propria abitazione. Integrando poi la sostituzione dei serramenti, il cambio di caldaia con un sistema più efficiente ibrido o in pompa di calore abbinati ad un impianto fotovoltaico, i consumi annuali si riducono tra il 50% e l’80%.

Gli Enti Pubblici, spesso stimolati anche in questo caso da incentivi a fondo perduto, negli ultimi anni hanno incrementato la posa di impianti solari fotovoltaici o la sostituzione di sistemi impiantistici di vecchia generazione con soluzioni a più alta efficienza (come luci a led o sistemi in pompa di calore).



Ma sono edifici ad uso commerciale (uffici, hotel, centri commerciali, supermercati) e aziende produttrici che hanno un potenziale enorme da sfruttare. 

Si parte con il monitoraggio dei consumi ed il controllo remoto dei carichi: il numero di clienti su cui stiamo facendo analisi periodiche dei consumi è in continuo aumento, ed ormai non ci stupisce più notare sistematicamente come questo tutto sommato semplice esercizio permetta saving notevoli con poco sforzo. 

L’analisi incrociata dei dati di consumo con gli orari di funzionamento degli uffici, dei negozi piuttosto che delle aree produttive, ci porta ad identificare quasi regolarmente situazioni di carichi che rimangono accesi durante i weekend o nelle ore notturne provocando sprechi, sia a livello energetico ed economico.

Un caso recente ci ha permesso di evidenziare un carico costante di 50 kW funzionante anche quando non necessario. Facendo una stima conservativa di suo spegnimento nelle ore notturne e nei fine settimana, il risparmio è superiore ai 30,000 €/anno. Inutile quasi stimare il tempo di rientro dei costi di implementazione del sistema e del servizio di energy management…  

Altro ambito: il miglioramento della Power Quality grazie all’implementazione di sistemi di efficientamento locali.

Ne abbiamo parlato in un articolo mirato, ma anche in questo caso non possiamo che enfatizzare come la proposta di queste soluzioni, oramai presenti sul mercato da diversi anni con risultati misurati e comprovati, si scontri con uno scettiscismo iniziale da parte dei nostri interlocutori, poco inclini ad approfondire il tema nonostante oggi si possano fornire diversi meccanismi a garanzia dei risultati promessi.


Il solare fotovoltaico 

A livello tecnico nel 2022 penso ci sia poco da dire: la tecnologia è oramai iper-consolidata, con moduli basati su celle di silicio monocristallino il cui rendimento aumenta anno su anno di circa il 10%. La garanzia di prodotto arriva a 30 anni, con decadimento lineare delle performance. I produttori presenti sul mercato oggi sono pochi ed altamente selezionati.



Stesso ragionamento per gli inverter: a livello di manutenzione è probabilmente l’elemento più ‘debole’, ma comunque garantito ormai almeno 10 anni, per cui con un costo di sostituzione, nel ciclo di vita di un impianto, del tutto ininfluente.

Le batterie di accumulo rimangono un aspetto su cui ragionare in maniera più approfondita. Il loro funzionamento è indubbiamente di altissimo livello, ma il costo è ancora molto elevato, per cui fino a quando rimarrà in vigore il meccanismo dello Scambio Sul Posto (SSP), il vantaggio di un sistema di accumulo rimane piuttosto limitato, a meno che non sia accompagnato da incentivi statali, che a quel punto ne cambiano radicalmente il tempo di rientro.

In ogni caso un dato è certo: tutti gli impianti fotovoltaici da noi realizzati negli ultimi 24 mesi hanno un tempo di rientro certificato inferiore ai 48 mesi, che scendono ulteriormente a 36 tenendo solo in parziale considerazione gli aumenti dei costi di energia degli ultimi tempi.

Considerando un ciclo di vita di 30 anni di un impianto e la possibilità di finanziarlo con diversi meccanismi che evitano un esborso diretto da parte del cliente (sconto in fattura del 50% nel residenziale, leasing, nolo operativo o finanziamenti da parte di fornitori di energia elettrica con successiva rateizzazione in fattura), c’è solo da chiedersi come mai tutti i nostri tetti non siano coperti da pannelli solari!


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